Nè luci, nè fuoco… solo alberi

Con lo slogan “Luci, non fuoco” un comune del tirreno cosentino, Belvedere Marittimo, il mio comune, ha fatto parlare di se nei giorni scorsi per quella che sembra una lodevole iniziativa: un abete bruciato illuminato al posto del tradizionale abete natalizio. Un abete bruciato per testimoniare l’attaccamento alla natura e al verde martoriato dagli incendi disastrosi e vandalici che ogni estate devastano il nostro territorio. Potreste pensare che l’amministrazione che ha ideato questa inconsueta e nobile rappresentazione dello spirito natalizio, sia dedita alla tutela del verde con abnegazione e sentito senso civico.

Sono residente da un anno in questa stupenda località di cui, ancor prima di trasferirmi, su queste pagine vi avevo già parlato in occasione di un evento che mi aveva turbato e che con la tutela del verde, con l’abnegazione di cui sopra ha poco a che fare.

Vi avevo raccontato di alcuni pini condannati a morte,  pini imponenti con rami ricchi e imperiosi la cui ombra, nelle roventi estati calabresi, offriva ristoro e il cui verde deciso, stagliandosi contro il blu del cielo, rallegrava la vista e scaldava il cuore. A quei pini la stessa amministrazione che ora si fregia dell’albero bruciato, aveva dichiarato guerra  in nome dell’incolumità della popolazione minacciata da queste letali armi… biologiche!

Un pino caduto e le radici non curate degli altri minacciavano, secondo alcuni, l’incolumità dell’intera popolazione. Invece di prendersene cura, l’amministrazione ne decise la soppressione. E ora, dove prima si stagliavano rami rigogliosi, sono rimaste o le radici o i marciapiedi rovinati ad intralciare il passaggio dei pedoni. Pini abbattutti e problemi non risolti…

Appellandomi a chi ne invocava il taglio, avevo scritto allora che il verde fa parte del patrimonio di una comunità, soprattutto di una zona a forte vocazione turistica come Belvedere Marittimo e ne sono ancora fortemente convinta. Abbattere i pini ha stravolto i contorni del nostro Comune, alterarndone la visione, distruggendo la cartolina naturale che quegli alberi, insieme al mare e al cielo, avevano disegnato nel tempo.

Con negli occhi ancora quegli alberi magnifici diventati legna da ardere, non riesco proprio ad apprezzare l’albero bruciato… in questa frase tutto il paradosso dell’iniziativa natalizia…

Belvedere, mi si racconta, era un giardino profumato. Ora non ha più nemmeno i pini, non basta l’abete bruciato dal tronco annerito a morte a ridare vita a quel giardino.

 

 

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