Karar Nushi giovane e bello. I capelli lunghi e biondi e occhi scintillanti di sogni, passione e consapevolezza. Karar Nushi sognava, infatti, pur sapendo di doversi scontrare contro forse oscure e malevole per poter realizzare i suoi sogni.
Lo chiamavano il Brad Pitt iracheno, ma a guardare le foto che lo ritraggono forse era anche più bello di Brad Pitt.
Lo hanno torturato e ammazzato a coltellate. Perchè era bello, aveva i capelli lunghi, voleva partecipare ad un concorso di bellezza maschile e forse era omosessuale ed era pure credente. Il suo Dio sicuramente non era lo stesso di quello dei suoi assassini. Il Dio di Karar Nushi è il Dio che accoglie e ama, non quello che odia, disprezza, allontana.
Lo hanno torturato e ammazzato come hanno fatto con tante altre ragazze e ragazzi che sollevano la testa, che alzano gli occhi e non li abbassano davanti alla chiusura del loro mondo. Ragazze e ragazzi che non ci stanno a vivere vite senza sogni.
E i buonisti-da-social-network continuano a dire che non stiamo vivendo una guerra di religione… in fondo hanno ragione: non è una guerra cristiani contro musulmani… è una guerra tra il Dio buono dei giusti e il Dio cattivo degli assassini.